La
presenza di italiani sul fronte francese fu costante: i primi
furono i volontari garibaldini inquadrati nei reggimenti di legione
straniera nel 1914 e inviati sulle Argonne tra la fine del 1914 e i
primi del 1915, seguiti da varie missioni militari, dal XVIII
gruppo aeroplani, da nuclei di lavoratori militari e militarizzati,
da delegati vari.
All'indomani di Caporetto i Francesi e gli Inglesi, che avevano già
mandato divisioni sul fronte italiano, chiesero per reciprocità che
anche gli Italiani facessero altrettanto. L'unità prescelta dal
comando supremo italiano per il trasferimento in Francia fu il II
Corpo d‘Armata, già impegnato dall'Isonzo al Piave ed ora in
riserva perché, per le gravi perdite subite, aveva uomini
sufficienti per costituire una sola brigata. Venne così costituita
una Grande Unità comprendente la 3a Divisione (Brigate «Napoli» e
«Salerno»), l’8ª Divisione (Brigate «Alpi» e «Brescia»), il
10° Reggimento Artiglieria da Campagna, il 9° Raggruppamento
Artiglieria pesante campale, il 2° Reparto d’Assalto e il
gruppo cavalleggeri di «Lodi», e ancora truppe del genio e servizi
per un totale di circa 40.000 uomini. Al comando della «Alpi» si
trovava Giuseppe (Peppino) Garibaldi, nipote dell’Eroe dei
Due Mondi, già conosciuto dai francesi per avere combattuto con i
fratelli Sante, Bruno e Costante (questi ultimi due caduti sulle
Argonne) come volontario in Francia nel 1914.
Il 18 aprile 1918 iniziarono le operazioni di partenza che
impegnarono 92 treni per il trasporto dei 40.000 uomini.
Il Corpo Italiano partecipò ai combattimenti difensivi nel settore
dell’Ardre, apportando un valido contributo alla resistenza
alleata durante quella che fu definita la seconda battaglia della
Marna ed alla successiva controffensiva dell’Intesa, che
fiaccò definitivamente ogni velleità offensiva dei tedeschi.
Tra il 15 e il 23 luglio, nei combattimenti sostenuti
sull’Ardre (Bligny), le truppe dei Corpo d’Armata
Italiano riuscirono a bloccare la poderosa offensiva tendente alla
conquista di Eparnay ed all’aggiramento di Reims, ma subirono
gravissime perdite: 10.915 uomini fra morti e feriti, circa un
terzo degli effettivi. Dopo le operazioni, i reparti furono inviati
nel campo di alloggiamento di Arcis sur Aube, ove si ricostituirono
rapidamente con i complementi giunti dall’Italia.
Ritornato al fronte, il 7 agosto 1918 il II Corpo d’Armata fu
dislocato nel settore dell’Aisne, e tra il 4 e l’11
ottobre partecipò alla riconquista dell’importante posizione
dello Chemin des Dames; prese poi parte all’offensiva finale
dell’Intesa avanzando fino alla Mosa. In questo secondo
periodo le perdite italiane furono di 5.096 uomini, fra cui oltre
1.000 morti. Infine, l’11 novembre 1918, fu raggiunto
l’armistizio anche in questo settore.
Contemporaneamente al II Corpo d'Armata furono inviati in Francia
circa 100.000 lavoratori militari e militarizzati che il governo
francese aveva ottenuto, dopo insistenti richieste, per sopperire
alla crisi di mano d'opera. La maggior parte di questi lavoratori
(Truppe Ausiliarie Italiane in Francia, T.A.I.F.), già menomati sui
campi di battaglia italiani, ritorneranno alla guerra impugnando le
armi del lavoro e fornendo complementi alle Brigate decimate,
lasciando nei cimiteri francesi più di un caduto.
In totale le perdite italiane in Francia nel 1918 furono di 4.375
morti (la maggior parte dei quali, 3.453, sono sepolti nel Cimitero
Militare Italiano di Bligny) e 6.359 feriti.
Tra gli italiani impegnati su questo fronte, era presente anche un
giovane ufficiale, Giuseppe Ungaretti, che durante la s - See more
at:
https://www.storiaememoriadibologna.it/2-corpo-darmata-in-francia-53-organizzazione#sthash.mKFIB7qj.dpuf
La
presenza di italiani sul fronte francese fu costante: i primi
furono i volontari garibaldini inquadrati nei reggimenti di legione
straniera nel 1914 e inviati sulle Argonne tra la fine del 1914 e i
primi del 1915, seguiti da varie missioni militari, dal XVIII
gruppo aeroplani, da nuclei di lavoratori militari e militarizzati,
da delegati vari.
All'indomani di Caporetto i Francesi e gli Inglesi, che avevano già
mandato divisioni sul fronte italiano, chiesero per reciprocità che
anche gli Italiani facessero altrettanto. L'unità prescelta dal
comando supremo italiano per il trasferimento in Francia fu il II
Corpo d‘Armata, già impegnato dall'Isonzo al Piave ed ora in
riserva perché, per le gravi perdite subite, aveva uomini
sufficienti per costituire una sola brigata. Venne così costituita
una Grande Unità comprendente la 3a Divisione (Brigate «Napoli» e
«Salerno»), l’8ª Divisione (Brigate «Alpi» e «Brescia»), il
10° Reggimento Artiglieria da Campagna, il 9° Raggruppamento
Artiglieria pesante campale, il 2° Reparto d’Assalto e il
gruppo cavalleggeri di «Lodi», e ancora truppe del genio e servizi
per un totale di circa 40.000 uomini. Al comando della «Alpi» si
trovava Giuseppe (Peppino) Garibaldi, nipote dell’Eroe dei
Due Mondi, già conosciuto dai francesi per avere combattuto con i
fratelli Sante, Bruno e Costante (questi ultimi due caduti sulle
Argonne) come volontario in Francia nel 1914.
Il 18 aprile 1918 iniziarono le operazioni di partenza che
impegnarono 92 treni per il trasporto dei 40.000 uomini.
Il Corpo Italiano partecipò ai combattimenti difensivi nel settore
dell’Ardre, apportando un valido contributo alla resistenza
alleata durante quella che fu definita la seconda battaglia della
Marna ed alla successiva controffensiva dell’Intesa, che
fiaccò definitivamente ogni velleità offensiva dei tedeschi.
Tra il 15 e il 23 luglio, nei combattimenti sostenuti
sull’Ardre (Bligny), le truppe dei Corpo d’Armata
Italiano riuscirono a bloccare la poderosa offensiva tendente alla
conquista di Eparnay ed all’aggiramento di Reims, ma subirono
gravissime perdite: 10.915 uomini fra morti e feriti, circa un
terzo degli effettivi. Dopo le operazioni, i reparti furono inviati
nel campo di alloggiamento di Arcis sur Aube, ove si ricostituirono
rapidamente con i complementi giunti dall’Italia.
Ritornato al fronte, il 7 agosto 1918 il II Corpo d’Armata fu
dislocato nel settore dell’Aisne, e tra il 4 e l’11
ottobre partecipò alla riconquista dell’importante posizione
dello Chemin des Dames; prese poi parte all’offensiva finale
dell’Intesa avanzando fino alla Mosa. In questo secondo
periodo le perdite italiane furono di 5.096 uomini, fra cui oltre
1.000 morti. Infine, l’11 novembre 1918, fu raggiunto
l’armistizio anche in questo settore.
Contemporaneamente al II Corpo d'Armata furono inviati in Francia
circa 100.000 lavoratori militari e militarizzati che il governo
francese aveva ottenuto, dopo insistenti richieste, per sopperire
alla crisi di mano d'opera. La maggior parte di questi lavoratori
(Truppe Ausiliarie Italiane in Francia, T.A.I.F.), già menomati sui
campi di battaglia italiani, ritorneranno alla guerra impugnando le
armi del lavoro e fornendo complementi alle Brigate decimate,
lasciando nei cimiteri francesi più di un caduto.
In totale le perdite italiane in Francia nel 1918 furono di 4.375
morti (la maggior parte dei quali, 3.453, sono sepolti nel Cimitero
Militare Italiano di Bligny) e 6.359 feriti.
Tra gli italiani impegnati su questo fronte, era presente anche un
giovane ufficiale, Giuseppe Ungaretti, che durante la s - See more
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La
presenza di italiani sul fronte francese fu costante: i primi
furono i volontari garibaldini inquadrati nei reggimenti di legione
straniera nel 1914 e inviati sulle Argonne tra la fine del 1914 e i
primi del 1915, seguiti da varie missioni militari, dal XVIII
gruppo aeroplani, da nuclei di lavoratori militari e militarizzati,
da delegati vari.
All'indomani di Caporetto i Francesi e gli Inglesi, che avevano già
mandato divisioni sul fronte italiano, chiesero per reciprocità che
anche gli Italiani facessero altrettanto. L'unità prescelta dal
comando supremo italiano per il trasferimento in Francia fu il II
Corpo d‘Armata, già impegnato dall'Isonzo al Piave ed ora in
riserva perché, per le gravi perdite subite, aveva uomini
sufficienti per costituire una sola brigata. Venne così costituita
una Grande Unità comprendente la 3a Divisione (Brigate «Napoli» e
«Salerno»), l’8ª Divisione (Brigate «Alpi» e «Brescia»), il
10° Reggimento Artiglieria da Campagna, il 9° Raggruppamento
Artiglieria pesante campale, il 2° Reparto d’Assalto e il
gruppo cavalleggeri di «Lodi», e ancora truppe del genio e servizi
per un totale di circa 40.000 uomini. Al comando della «Alpi» si
trovava Giuseppe (Peppino) Garibaldi, nipote dell’Eroe dei
Due Mondi, già conosciuto dai francesi per avere combattuto con i
fratelli Sante, Bruno e Costante (questi ultimi due caduti sulle
Argonne) come volontario in Francia nel 1914.
Il 18 aprile 1918 iniziarono le operazioni di partenza che
impegnarono 92 treni per il trasporto dei 40.000 uomini.
Il Corpo Italiano partecipò ai combattimenti difensivi nel settore
dell’Ardre, apportando un valido contributo alla resistenza
alleata durante quella che fu definita la seconda battaglia della
Marna ed alla successiva controffensiva dell’Intesa, che
fiaccò definitivamente ogni velleità offensiva dei tedeschi.
Tra il 15 e il 23 luglio, nei combattimenti sostenuti
sull’Ardre (Bligny), le truppe dei Corpo d’Armata
Italiano riuscirono a bloccare la poderosa offensiva tendente alla
conquista di Eparnay ed all’aggiramento di Reims, ma subirono
gravissime perdite: 10.915 uomini fra morti e feriti, circa un
terzo degli effettivi. Dopo le operazioni, i reparti furono inviati
nel campo di alloggiamento di Arcis sur Aube, ove si ricostituirono
rapidamente con i complementi giunti dall’Italia.
Ritornato al fronte, il 7 agosto 1918 il II Corpo d’Armata fu
dislocato nel settore dell’Aisne, e tra il 4 e l’11
ottobre partecipò alla riconquista dell’importante posizione
dello Chemin des Dames; prese poi parte all’offensiva finale
dell’Intesa avanzando fino alla Mosa. In questo secondo
periodo le perdite italiane furono di 5.096 uomini, fra cui oltre
1.000 morti. Infine, l’11 novembre 1918, fu raggiunto
l’armistizio anche in questo settore.
Contemporaneamente al II Corpo d'Armata furono inviati in Francia
circa 100.000 lavoratori militari e militarizzati che il governo
francese aveva ottenuto, dopo insistenti richieste, per sopperire
alla crisi di mano d'opera. La maggior parte di questi lavoratori
(Truppe Ausiliarie Italiane in Francia, T.A.I.F.), già menomati sui
campi di battaglia italiani, ritorneranno alla guerra impugnando le
armi del lavoro e fornendo complementi alle Brigate decimate,
lasciando nei cimiteri francesi più di un caduto.
In totale le perdite italiane in Francia nel 1918 furono di 4.375
morti (la maggior parte dei quali, 3.453, sono sepolti nel Cimitero
Militare Italiano di Bligny) e 6.359 feriti.
Tra gli italiani impegnati su questo fronte, era presente anche un
giovane ufficiale, Giuseppe Ungaretti, che durante la s - See more
at:
https://www.storiaememoriadibologna.it/2-corpo-darmata-in-francia-53-organizzazione#sthash.mKFIB7qj.dpuf
La
presenza di italiani sul fronte francese fu costante: i primi
furono i volontari garibaldini inquadrati nei reggimenti di legione
straniera nel 1914 e inviati sulle Argonne tra la fine del 1914 e i
primi del 1915, seguiti da varie missioni militari, dal XVIII
gruppo aeroplani, da nuclei di lavoratori militari e militarizzati,
da delegati vari.
All'indomani di Caporetto i Francesi e gli Inglesi, che avevano già
mandato divisioni sul fronte italiano, chiesero per reciprocità che
anche gli Italiani facessero altrettanto. L'unità prescelta dal
comando supremo italiano per il trasferimento in Francia fu il II
Corpo d‘Armata, già impegnato dall'Isonzo al Piave ed ora in
riserva perché, per le gravi perdite subite, aveva uomini
sufficienti per costituire una sola brigata. Venne così costituita
una Grande Unità comprendente la 3a Divisione (Brigate «Napoli» e
«Salerno»), l’8ª Divisione (Brigate «Alpi» e «Brescia»), il
10° Reggimento Artiglieria da Campagna, il 9° Raggruppamento
Artiglieria pesante campale, il 2° Reparto d’Assalto e il
gruppo cavalleggeri di «Lodi», e ancora truppe del genio e servizi
per un totale di circa 40.000 uomini. Al comando della «Alpi» si
trovava Giuseppe (Peppino) Garibaldi, nipote dell’Eroe dei
Due Mondi, già conosciuto dai francesi per avere combattuto con i
fratelli Sante, Bruno e Costante (questi ultimi due caduti sulle
Argonne) come volontario in Francia nel 1914.
Il 18 aprile 1918 iniziarono le operazioni di partenza che
impegnarono 92 treni per il trasporto dei 40.000 uomini.
Il Corpo Italiano partecipò ai combattimenti difensivi nel settore
dell’Ardre, apportando un valido contributo alla resistenza
alleata durante quella che fu definita la seconda battaglia della
Marna ed alla successiva controffensiva dell’Intesa, che
fiaccò definitivamente ogni velleità offensiva dei tedeschi.
Tra il 15 e il 23 luglio, nei combattimenti sostenuti
sull’Ardre (Bligny), le truppe dei Corpo d’Armata
Italiano riuscirono a bloccare la poderosa offensiva tendente alla
conquista di Eparnay ed all’aggiramento di Reims, ma subirono
gravissime perdite: 10.915 uomini fra morti e feriti, circa un
terzo degli effettivi. Dopo le operazioni, i reparti furono inviati
nel campo di alloggiamento di Arcis sur Aube, ove si ricostituirono
rapidamente con i complementi giunti dall’Italia.
Ritornato al fronte, il 7 agosto 1918 il II Corpo d’Armata fu
dislocato nel settore dell’Aisne, e tra il 4 e l’11
ottobre partecipò alla riconquista dell’importante posizione
dello Chemin des Dames; prese poi parte all’offensiva finale
dell’Intesa avanzando fino alla Mosa. In questo secondo
periodo le p